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Descrizione della grotta

Click=Zoom La grotta si sviluppa in un tavolato di calcare correndo lungo l'unione di due strati secondo vie di minore resistenza rappresentate da fratture parallele con asse Nord-Sud.

La cavità ha inizio con un ambiente lungo circa cinque metri ed alto due, chiuso da un muro sul quale si aprono una finestra e la porta. Al suo interno si trovano le vasche di raccolta delle acque, la cui portata varia dai 5 ai 20 l/min. a seconda delle stagioni, che poi raggiungono la vicina stazione di pompaggio. A ridosso delle vasche ha inizio la grotta vera e propria con un'apertura di circa 1 x 0,5 m.

Click=Zoom Strisciando sull'acqua si percorrono i primi 5 metri, poi ci si rialza in prossimità de "la pressa" uno stretto passaggio generato dal distacco di un grosso masso che consente di passare tra lo stesso e la volta in un laminatoio talmente basso da costringere a levarsi di dosso casco e cintura per evitare di incastrarsi. Superato il primo ostacolo ci si rialza in piedi per poi riprendere a strisciare sull'acqua che d'ora in poi sarà sempre presente. Altra costante è rappresentata dall'abbondanza di concrezioni stalattitiche, quasi sempre sotto forma di candide cannule. Si prosegue sino ad incontrare una seconda strettoia e poi a circa 60 metri dall'ingresso una terza denominata "non passa il bessudese" perchè essendo la più selettiva dell'intera grotta, costrinse Franco a fare dietro-front.

Si avanza allegramente alternando l'appoggio dei gomiti a quello delle ginocchia e già non si capisce più quali siano più indolenzite. Solo per brevi tratti il livello dell'acqua un po' più alto dei soliti 10-15 cm. permette di galleggiare (anche per merito della muta da sub) alleviando così le pene.

Click=Zoom Finora nulla è paragonabile al "tunnel dell'amore" un condotto fossile lungo 5 metri, che oltre ad essere strettissimo ha il pavimento formato da acuminate concrezioni capaci di far pentire anche i più appassionati speleologi. All'uscita dal tunnel, percorsi ancora circa 20 metri, si ha, per la prima volta, la possibilità di alzarsi in piedi in un piccolo ambiente diaclasico, sempre stretto ma alto intorno ai 3 metri.

Ma si sa, le cose belle durano poco, in questo caso meno di 5 metri, perchè bisogna riprendere subito a strisciare sino ad un piccolo e fangoso ambiente che immette nel passaggio semi sifonante che interruppe la terza esplorazione. Lo si supera sommersi nell'acqua sin'oltre la bocca.

Click=Zoom Subito dopo si abbandona momentaneamente il fiume per percorrere due anse fossili tagliate perpendicolarmente dal ramo attivo e quando si ritrova il fiume si ha, sulla sinistra, una piccola diramazione fossile lunga meno di 4 metri, degna di menzione solo perchè è l'unica della grotta. Sul letto del fiume, si trova invece l'unica vaschetta stalagmitica di tutta la grotta che per giunta è danneggiata per cause naturali. A breve distanza si trova il punto chiave delle future esplorazioni: il "camino" della speranza. Consiste in una stretta diaclasi (40 cm.) alta intorno ai 4 metri ed occlusa da massi di chiara provenienza esterna. Anche sul letto del fiume, in corrispondenza del camino, si riscontrano alcuni sassi che hanno tutta l'aria di essere li da poco.

Click=Zoom Da questo punto la morfologia della grotta cambia leggermente. L'ambiente diventa più spazioso (ma solo di pochissimi centimetri!), ed il livello dell'acqua più alto, tanto da consentire di sguazzare per lunghi tratti, nei successivi 150 metri, favoriti anche dalla crescente quantità di argilla depositata ai lati del fiume. Quando mancano meno di 100 metri alla fine della cavità, iniziano ad apparire le prime ossa, prima quelle più leggere e quindi più facilmente trasportabili dalla corrente e poi man mano che si avanza, anche le ossa lunghe ed i crani, con una crescente abbondanza da compromettere quasi la progressione per paura di danneggiarle. Si tratta di resti fossili di numerosi cervi megaceros, conservati in maniera straordinariamente buona ed in alcuni casi inglobati tra le concrezioni stalagmitiche o stalatto-stalagmitiche.

Click=Zoom La porzione esplorabile della grotta di Nùrighe termina al momento presso una frana che occlude quasi interamente il passaggio. Rimane sgombro solo un laminatoio, sul quale scorre il fiume, lungo circa 4 metri, largo 1 metro, ma alto solo 30 centimetri dei quali la metà costituiti da acqua. Ogni tentativo di superarlo è stato fino ad oggi vano e forse la strada più semplice è quella di disostruire la frana, costituita principalmente da terra che in buona parte è stata già rimossa. Non ci attendiamo un grosso sviluppo della grotta, anche perchè a meno di 100 metri si avrebbe il contatto con le colate basaltiche del Pleistocene, ma, proprio questi ultimi metri potrebbero riservare sorprese incredibili.
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