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SPELEOMANTES - Antologia del TAG T.A.G.: cosa sarà mai?
di Antonello Mele

Difficilmente chi s'imbatte per la prima volta in queste parole riesce a darne l'esatta interpretazione. In realtà si tratta semplicemente di un gruppo speleo-archeologico sardo. Perché un nome tanto complesso, che spesso anche i componenti del gruppo evitano di pronunciare per esteso rifugiandosi dietro un semplice “TAG” per indicarlo? La ragione è legittima quanto semplice, ma è comunque giusto chiarirla. Tutto risale agli albori della storia del gruppo, quando cioè venne il momento di battezzarlo in qualche modo. In principio si era pensato ad un semplice Gruppo Speleo Archeologico Thiesino, che stava per andare in porto fino a quando qualcuno in un momento di lucidità e di mai seppellito orgoglio nazionalista non evidenziò l'esigenza di dare un nome sardo ad un gruppo costituito da sardi (non al 100% per la verità) consci della propria cultura, storia e lingua, a prescindere dalle estrazioni politiche individuali.

L'idea non era certo originale. Già da tempo esisteva il GEA di Alghero (Grup Espeleologic Algueres) che, seppure in lingua catalana, aveva già precorso questa linea. Inizialmente furono in molti a storcere il naso, alcuni perché interpretavano l'iniziativa come uno schieramento filo-sardista-indipendentista, altri perché razionalmente non trovavano sinonimi nella lingua sarda a termini "moderni" quali archeologia e speleologia. Opinioni apparentemente giustificabili, ma che crollarono facilmente al momento di far luce su di esse. Infatti da un lato non si può e non si deve bollare con un’etichetta politica la coscienza di un popolo rispetto alle sue origini, alla sua cultura, alla sua lingua che dovrebbero invece stare nel cuore di tutti. Viceversa è proprio chi cerca di sopprimere questi sentimenti che maschera un certo tipo di politica finalizzata all'omologazione culturale. Dall'altro lato, se è vero che numerosi termini moderni mancano nella lingua sarda, la cui evoluzione è stata congelata dall'affermarsi di quella italiana, è altrettanto vero che il problema è comune a tutte le lingue nel momento in cui devono definire un qualcosa di nuovo.

Il problema viene risolto con la coniazione di nuovi termini, ricorrendo spesso a radici greco arcaiche o latine. Pertanto, alla luce di queste considerazioni, niente ci impediva di ricorrere a neologismi per definire vocaboli ancora inesistenti nella nostra lingua. Una volta risolti questi screzi al nostro interno, per non rischiare di fregiarci del titolo di glottologi (non essendone giustamente all'altezza), affidammo il compito della traduzione ad un vero studioso, il sig. Giorgio Addis di Sassari, appositamente contattato tramite il Prof. Bainzu Piliu, e che, pur non avendoci mai conosciuto prima, accolse gentilmente e con entusiasmo la proposta. Pochi giorni dopo ci forni la tanto sospirata denominazione che ancor oggi portiamo con orgoglio: Truma (gruppo) de Arkeo-Guturulugia (archeo-speleologico, dove la “g” va pronunciata “gh”).

Al primo impatto questo nome non poteva che destare meraviglia (persino all'interno del gruppo) e in alcuni casi anche sarcasmo, come in occasione del primo (ed unico) incidente speleologico della storia del TAG, quando qualcuno non esitò a chiamarci "trauma" invece di "truma". Non ancora paghi di un nome cosi "semplice e breve", si decise di affibbiargli ancora un "Monte Majore'", al fine d'intitolare il gruppo all'omonima cavità, situata nel bellissimo territorio di Thiesi, che al suo interno cela la sintesi dell'attività del TAG. Infatti oltre ad essere molto interessante sotto l'aspetto speleologico è anche estremamente importante dal punto di vista archeologico. Ecco dunque risolto l'arcano di questa originale denominazione.
[ da SPELEOMANTES - Antologia del TAG - 1997 ]