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Federazione Speleologica Sarda Ultime notizie dal Pleistocene
di Antonio Serra

Il nostro gruppo è nel dolce tempo della prima etade(1), esiste infatti da dieci anni e anche io, come altri arrivato sei anni fa, ho sempre ascoltato con curiosità e un certo timore reverenziale le storie dell'unico tentativo di esplorazione di questa grotta-sorgente: Nùrighe. Il solo nome ha già, per noi sardi sensibili al fascino dei toponimi dal suono gutturale, reminiscenze preistoriche.

La leggenda tramandata dagli "anziani" parla di una spedizione organizzata nel 1988 e composta da Enzo e Tonino. Era una notte buia e tempestosa(2) e i due, senza mute e con mezzi ed esperienza limitati, raggiunsero una terribile strettoia alla fine di un faticosissimo cunicolo basso, freddo e semiallagato, di fronte alla quale si fermarono impotenti, pensando solo ad uscire al più presto. I due temerari giurarono di non rimettere piede in quella grotta che li aveva fatti sentire, come disse Tonino mentre strisciava impaziente nell'acqua in direzione dell'uscita, "coccodrillos".

Mi sarò fatto raccontare una decina di volte da Enzo la storia di quell'unica eroica spedizione, registrando descrizioni sempre diverse della mitica strettoia, che si restringeva o allargava secondo il ricordo. Lo so, la memoria bara(3) e, non giudicatemi pignuolo, ma io, alla sincerità del prossimo, non ci credo(4).

Dopo anni di curiosità repressa e incessanti preghiere riusciamo a farci portare sul posto da Enzo che a malincuore viene meno al suo giuramento. Cercando di curare al meglio l'organizzazione e decisi a superare il misterioso passaggio, il 13.5.1995 esploriamo i primi 150 metri. Visto che l'arte di vincere la si impara nelle sconfitte(5), la strettoia, esageratamente temuta per sette anni, viene superata. Si tratta di un laminatoio abbastanza selettivo e non è neppure l'unico della grotta che ne propone simpaticamente degli altri quasi completamente allagati: chi ne l'acqua sta fino alla gola, ben è ostinato se mercé non grida(6).

Motivo, questo, più che sufficiente perchè molti di quelli che si avventurano in questa cavità facciano propositi analoghi a quelli dei primi due esploratori: Tore ha chiesto di essere preso a calci qualora gli dovesse venire in mente di rientrare; Corrado, uscito a tuta velocità, ha detto che una volta - grazie - può bastare; Davide non intende più farsi fregare e, per quanto mi riguarda, io continuo ad accusare malesseri assortiti pur di non tornarci: fa bene essere qualche volta malato(7).

Comunque, dopo 3 punte esplorative mostruosamente faticose, alla fine di oltre 550 metri di fetentissimo cunicolo - non deviare nè a destra né a sinistra, tieni lontano il piede dal male(8) perchè 'l camin é lungo e 'l tempo é corto(9): 3 ore a strisciare, sola andata! - troviamo ciò che ci ripagherà degli indescrivibili sacrifici fatti: centinaia di ossa fossili (crani, vertebre, palchi di corna, mandibole, ossa lunghe, costole) appartenenti a numerosi esemplari di megaceros, grossi cervidi estintisi in Sardegna alla fine del Pleistocene, di cui molte coperte da grosse stalagmiti e da estese colate concrezionali. O tempo, consumatore delle cose, in te rivolgendole dài alle tratte vite nuove e varie abitazioni(10).

La grotta ha rispettato così le attese che il suo nome aveva stimolato. Non è vero quindi che ci si fida sempre troppo delle parole(11).

Non ancora contenti, poichè niuno stato é così misero, il quale non possa peggiorare(12), nelle esplorazioni successive siamo riusciti a rendere ancora più difficile e dolorosa la progressione, appesantendo gli zaini con i contenitori a tenuta (quasi) stagna per l'attrezzatura fotografica. Le fotografie miracolosamente riuscite hanno destato l'interesse , tra gli altri, del paleontologo olandese Paul Sondaar dell'Università di Utrecht, esperto in paleofauna insulare, che da anni si occupa degli scavi della grotta Corbeddu di Oliena, ricca di resti di megaceros. Verso tale studioso siamo stati indirizzati dopo la segnalazione del ritrovamento alla soprintendenza Archeologica per Sassari e Nuoro.

Queste poche righe per annunciare che la storia di questa grotta è appena iniziata e che nelle successive esplorazioni, nelle quali contiamo di essere coadiuvati dagli archeologi dell'èquipe Sondaar - i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi(13) - tenteremo di rispondere alle domande che un simile ritrovamento pone: a quando risalgono i resti fossili? Come sono finiti lì dentro gli animali o i loro resti? Oltre ai megaceros sono presenti altre specie? Come la mettiamo con le apparenti tracce di lavorazione presenti su alcune delle ossa lunghe rinvenute? Esiste la possibilità di proseguimento oltre l'ultima strettoia che ci ha fermato in corrispondenza dei fossili?

In attesa che i tempi siano maturi per le risposte è doveroso citare i valorosi che, sprezzanti della fatica, hanno ridotto in brandelli le loro tute, consumato guanti, batterie e imprecazioni per esplorare, rlevare e fotografare questa maledetta grotta: Enzo Mele e Tonino Sassu nella primissima esplorazione, il 10 settembre del 1988; Enzo Mele, Antonello Mele, Antonio Serra, Alessandro Zara, Piero Virgilio, Tore Meloni, Corrado Conca, Franco Congiu (tanta buona volontà ma qualche centimetro di troppo a conferma che l'uomo è la misura di tutte le cose(14), ma soprattutto delle strettoie) e Davide Pulpito, nelle successive sette esplorazioni tra il 1995 e il 1997. Nottetempo rimanevano ad attenderli all'ingresso, di volta in volta, Domenico Zara, Giuseppe Serra, Giovanna Calvia, Vanna Chessa, Beniamino Carta, Giovanna Sanna, Angela Pinna, Antonello Piras, Salvatore Ferrandu, Salvatore Serra, Maddalena chessa, Maria Giovanna Masia e Gianmario Demartis.

Un ringraziamento per l'aiuto e la pazienza va a Giuseppe Ferrandu, responsabile della stazione di pompaggio del Consorzio Nùrighe annessa alla grotta, mentre il premio fedeltà se lo aggiudica Alessandro, che ha rischiato addirittura il divorzio per il suo morboso attaccamento a questo budello e a quelle ossa di pietra: ci sono delle persone che hanno bisogno di soffrire; il piacere non è mai abbastanza forte, ed essi hanno bisogno di dolore(15).

P.S.: La grotta di Nùrighe si trova in territorio di Cheremule (SS), si apre nel calcare miocenico a ridosso delle colate basaltiche del Monte Cuccuruddu, risalenti alla fine dell'eraterziaria. Promettiamo di pubblicare quanto prima il rilievo e i risultati delle prossime ricerche, chè perder tempo, a chi più sa più spiace(16).
[ da SARDEGNA SPELEOLOGICA - Giugno 1997 ]

(1) Francesco Petrarca
(2) Edward George Bulwer-Lytton
(3) Graham Greene
(4) Antonio De Curtis (Totò)
(5) Simòn Bolivar
(6) Ludovico Ariosto
(7) Henry David Thoreau
(8) Proverbi 4-27

(9) Francesco Petrarca
(10) Leaonardo Da Vinci
(11) Louis-Ferdinand Cèline
(12) Giacomo Leopardi
(13) Carlo Dossi
(14) Protagora
(15) Ralph Waldo emerson
(16) Dante Alighieri