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Studio della fauna

Fossile: parte di corna ramificate di megaceros Lo studio preliminare della fauna è basato sul ritrovamento delle ossa raccolte dagli speleologi del T.A.G. di Thiesi su un deposito di sedimenti di riempimento all'interno della grotta e su due piccoli campioni di materiale prelevato dagli stessi negli strati superficiali. I due ultimi campioni sono stati lavati, setacciati e separati con cura per la raccolta dei micromammiferi. Oltre alla fauna pleistocenica, il sedimento contiene resti di bivalvi ed echinodermi provenienti dalla dissoluzione dei calcari del basamento.
Da un punto di vista tassonomico, bisogna sottolineare che le ossa sono ben conservate anche se un po' decalcificate e che non presentano segni di erosione fluviale importante. Inoltre le stesse, risultano annerite in superficie da uno strato probabilmente di sali di Manganese.

Click=Zoom Tra i grandi mammiferi sono stati riconosciuti frammenti di un cervide della taglia di un daino attuale riferibile alla specie insulare Megaceros cazioti, di cui risulta ben conservata una tibia e dei frammenti di corno con appiattimento non molto marcato e indicanti una taglia media nel contesto della variazione della biometria di questa specie. Le fotografie prese mostrano chiaramente che la presenza dei Cervidi è predominante.

A fianco di questo cervide, due ossa (un metatarso ed un osso coxale) testimoniano la presenza del canide insulare, Cynotherium sardus.

Click=Zoom Sul piano della microfauna sono presenti in gran numero le ossa e i denti del Prolagus sardus (Lagomorfi). Tra i Roditori sono presenti resti di Tyrrhenicola henseli e il Rhagamis orthodon con una prevalenza del primo, la taglia dei denti indica chiaramente che si tratta di forme evolute di due linee insulari.

Oltre alla fauna a mammiferi sono presenti resti di uccelli, di un batricide e gasteropodi indeterminati. Inconfutabilmente questa fauna appartiene alla biozona terminale della storia paleontologica della Sardegna (biozona a Megaloceros cazioti, Tyrrhenicola henseli e Rhagamys orthodon). Come richiamo questa biozona inizia probabilmente nel Pleistocene medio-recente e si conclude con la transizione dal Pleistocene all'Olocene.

La datazione dalla ostruzione della grotta da parte di una colata basaltica (circa 200 mila anni) è concordante e conforta l'idea di una biozona terminale lunga che non si limita solamente al Pleistocene superiore.


Particolare di una vertebra e di una mandibola di Megaceros
cazioti
sul letto del torrente all'interno della grotta
> L'osso inciso
> L'uomo in Sardegna
< La fauna



La fauna del Pleistocene

Durante il Pleistocene la Sardegna è coperta da un manto vegetale composto da macchia mediterranea e bosco. E’ in quell'era che, sfruttando i ponti dl terre emerse, alcune specie animali viventi nel continente europeo colonizzano l'isola. Arrivano in Sardegna l'elefante nano (Elephas Lamarmorae), il cervo (Megaceros algaresis e Megaceros cazioti), la scimmia (Macaca majori), il Prolagus (Prolagus sardus), un piccolo roditore senza la coda, il cane (Cynotherium sardous). Utilizzando gli stessi ponti naturali, probabilmente a seguito della selvaggina, in un momento molto antico del Pleistocene, giunge in Sardegna l'uomo.