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SPELEOMANTES - Antologia del TAG Rilievi delle tombe della necropoli
di "SA PEDRAIA" - Thiesi (SS)

di Giovanni Maria Demartis (Archeologo)

FOTOGRAFIE E RILIEVI :

Si deve al prof. Salvatore Ferrandu e al T.A.G. di Thiesi la segnalazione di un'interessante necropoli di domus de janas, sinora inedita, che amplia le conoscenze dell'architettura preistorica del Mejlogu. Il sepolcreto è costituito da 6 ipogei scavati sulla parete, a tratti obliqua a tratti quasi verticale, di un banco calcareo. Le domus, disposte in successione orizzontale, hanno accessi talora sopraelevati sull'attuale piano di campagna e rientrano nel tipo a proiezione longitudinale, con accesso "a parete" o "a padiglione".

TOMBA I
Ipogeo tricellulare accessibile attraverso un portello quadrangolare a soglia alta, munito di rincasso per il chiusino, orientato' a Ovest-Nordovest. La pianta è irregolare, a profilo retto-curvilineo, probabilmente a causa di interventi di escavazione diversificati nel tempo. Da una piccola anticella tondeggiante, a forno, si accede attraverso un semplice portello quadrangolare ad un ampio vano sub-rettangolare, con pavimento ribassato e volta piana verso la parete di fondo e concava verso l'ingresso. Sulla destra si apre un'imboccatura che dà in una cella secondaria a pianta tondeggiante. Sull'angolo anteriore sinistro, nel suolo è scavata una fossetta ellittica.

TOMBA II     [ sezione e prospetto del portello d'ingresso ]
Ipogeo quadricellulare con celle a profilo rettilineo e curvilineo e nucleo planimetrico centrale a "T". L'ingresso, orientato a Nordovest; è costituito da un padiglione, residuo, a pianta trapezoidale con soffitto concavo. Attraverso un portello quadrangolare a soglia alta, rincassato, ornato con uno zoccolo e una fascia presso il margine del soffitto, si accede alla cella di disimpegno, a pianta sub-rettangolare con soffitto convesso e spiovente verso l'ingresso. Sulla parete opposta all'ingresso in posizione decentrata si apre un portello, simile a quello esterno, che porta in una cella leggermente sopraelevata, a pianta tondeggiante con soffitto concavo. Sul punto di tangenza fra pavimento e pareti sono escavate tre cavità tondeggianti a sezione triangolare. Sulla parete destra della cella maggiore, attraverso un portello ornato da rincassi concentrici, si accede ad una cella sub-quadrata con pareti concave; la parete Nord-Ovest di questo ambiente è sbrecciata. A tratti si osservano residui di una probabile fascia rilevata che delimita il soffitto. E' probabile che al nucleo a "T" della domus, in fasi successive al suo impianto, siano state aggiunte le celle secondarie.

TOMBA III
L'ipogeo presenta un breve padiglione trapezoidale orientato a Nor-Est e due celle quadrangolari disposte a "T" collegate da semplici portelli rettangolari. Presso la parete destra dell'anticella, in quella fondale della cella maggiore e sull'angolo anteriore destro di questo vano si osservano rispettivamente tre fossette, analoghe a quelle scavate nelle tombe precedenti.

TOMBA IV     [ pianta e sezioni ]
Ipogeo costituito da 5 vani disposti secondo un'iconografia irregolare su un nucleo centrale a proiezione longitudinale. L'attuale accesso, "a parete" con accenno a padiglione, è rivolto a Sud-Ovest ed è stato ampliato in epoca recente. Da un' anticella quadrangolare si accede a due vani disposti in successione: il primo, lobato, dà sulla destra in una cella simile, il secondo è tondeggiante, a forno. Di notevole interesse è l'ampio ambiente aperto sulla sinistra dell'anticella. Si tratta di un vano quadrangolare con angoli arrotondati che presenta una bassa alcova sopraelevata sulla quale insiste un pilastro a sezione quadrangolare ricavato nella roccia. La pianta atipica e lo sfalsamento su diversi piani delle celle fanno ipotizzare diverse fasi di escavazione del monumento.

TOMBA V     [ pianta e sezioni ]
E' la più interessante della necropoli e consta di 4 celle in successione longitudinale e di una nicchia aperta in posizione trasversale. L'ingresso, rimaneggiato in tempi recenti, si apre con un breve padiglione e guarda a Sud-Ovest. L'anticella sub-quadrata presenta un interessante ed inedito soffitto convesso, spiovente verso l'ingresso, che mediante sette travetti incisi e dipinti di rosso imita la copertura di strutture straminee e lignee. Sulle pareti laterali residuano, una per parte, due protomi taurine (>> vedi rilievo, >> vedi foto) ben rilevate. Quella a destra è del tipo a testa trapezoidale con muso arrotondato ed ampie corna lunate in schema aperto; gli apici delle corna a sinistra arrivano a toccare il margine del soffitto; le stesse particolarità si osservano in quelle opposte, ad eccezione delle corna che soprattutto a destra proseguono per un tratto sul soffitto. Le protomi, benché deteriorate, presentano tracce di orecchie. Sulle pareti si intuiscono residui di pittura rossa. Le celle successive diminuiscono gradualmente di dimensione e sono impostate su un piano sempre più alto. Anche le linee perimetrali divengono gradatamente curvilinee sino all'ultima cella, decisamente "a forno". Interessante è la nicchia aperta a sinistra del terzo vano: i segni dei picconi da scavo evidenziano che il lavoro non è stato portato a termine. In questo ambientino ed in quello di fondo alla tangenza del suolo con le pareti si osservano cavità analoghe a quello della Tomba II.

TOMBA VI     [ pianta e sezioni ]
Attigua alla precedente, si compone di 3 vani quadrangolari. Attraverso un ampio varco rivolto a Ovest si accede ad una vasta cella che sulla parete sinistra comunica con una celletta attualmente unita alla Tomba V attraverso una fenditura. Sulla parete di fondo, presso l'angolo sinistro, si apre un altro portello che conduce al terzo vano dell'ipogeo, anch'esso collegato con la Tomba V. La necropoli, presumibilmente relativa ad un piccolo gruppo umano il cui sito abitativo ci è ignoto, nelle Tombe I, II, II, e VI manifesta tipologie note nel circondario, per esempio nelle necropoli di Rio Molinu di Giave e in talune semplici domus di S. Andria Priu di Bonorva e Puttu Codinu di Villanova Monteleone. In questi ipogei, per quanto non si rilevino le scenografiche e articolate architetture palazziali di altri esempi diffusi nella stessa area, si osservano planimetrie studiate, con differenziazione netta fra le celle secondarie (che ospitavano i seppellimenti) e vani destinati ai rituali funerari. I particolari sono curati, com'è evidente dalle sagome dei portelli e dalle decorazioni architettoniche che talora li adornano. Le fossette escavate presso le pareti e gli angoli di taluni vani erano probabilmente destinate ad accogliere offerte, forse avanzi di pasti consumati in onore dei trapassati. La Tomba IV, con la sua disposizione planimetrica irregolare, evidenzia più delle altre reiterati interventi di realizzazione e successive ristrutturazioni dovute ad una non breve utilizzazione. Il pilastro e le alcove che la ornano sono elementi consueti dell' architettura ipogeica dell'isola e rappresentano la riproduzione nella roccia delle strutture lignee delle capanne. Di grande interesse scientifico è la domus V, perché è l'unico esemplare del suo genere. Benché si conoscano diversi vani ipogeici con rappresentazione di soffitti ad una falda, soprattutto nella Sardegna centrale, è questo l'unico caso in cui siano rappresentati i travetti. Questa particolarità collega la Tomba V di "Sa Pedraia" alle raffigurazioni dei soffitti a doppio spiovente presenti nell'entroterra di Alghero, nel Sassarese e nel Mejlogu, ascritte al Neolitico Finale (3000-2900 a.C.). L'assòciazione del soffitto con le protomi è particolarmente significativa. Infatti i soffitti a spiovente unico, generalmente attribuiti all'orizzonte Filigosa-Abealzu (2900-2700 a.C.), sono presenti nella stragrande maggioranza dei casi in domus inornate. Le protomi di "Sa Pedraia", oltretutto, sono di tipo assai raro e per la loro resa "naturalistica" possono essere ricondotte alle fasi iniziali dell' arte ipogeica coincidenti con la Cultura di Ozieri (3000-2900 a.C.). Abbiamo pertanto la prova dell'esistenza di strutture abitative con copertura ad uno spiovente non solo nell'Eneolitico, come generalmente si riteneva finora, ma anche in periodi precedenti.
[ da SPELEOMANTES - Antologia del TAG - 1997 ]

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
• E. CASTALDI, Una particolare rappresentazione zoomorfa in ipogei sardi, in R.S.P., XXXIII, 2, 1978, pp. 393-398.
• G. CHELO, Grotticelle artificiali del Sassarese, in "Studi Sardi", vol. XII-XIII, 1953, pp. 5 e segg.
• E. CONTU, Tombe preistoriche dipinte e scolpite di Thiesi e Bessude, in R.S.P., XIX, 1964, pp. 233 e segg. 
• V. SANTONI, Nota preliminare sulla tipologia delle grotticelle funerarie in Sardegna, in "A. St. Sardo", XXX, 1976.
• G. TANDA, L'arte delle domus de janas, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Sassari, 1985.